Malgrado le restrizioni e le misure cautelative in vigore per contrastare la diffusione della pandemia in atto, con la Rete Educativa Sanità si è scelto di rispettare anche quest’anno l’appuntamento con il carnevale sociale, riconoscendone da una parte la sua grande capacità di reattivare, concretamente ed operativamente, le energie e le forze delle realtà che la compongono e dall’altra la possibilità di offrire, in tal modo, ai bambini e ai ragazzi generalmente impegnati nei laboratori di preparazione e nella sfilata finale uno spazio di continuità e di normalità in cui riconoscersi ed a cui affidare i propri disorientamenti. L’organizzazione dell’evento ha visto il susseguirsi settimanale di due tipologie di incontri on line: uno ristretto ad un “gruppo organizzativo”, al quale hanno preso parte gli educatori Luisa Amalfi e Stefano Cicala della linea d’azione di Abitare la strada, rappresentato da chi si è assunto l’impegno di essere più attivo nella gestione delle varie fasi di lavoro, inclusa la “sfilata”, ed uno aperto a tutti i componenti della Rete, che ha visto, malgrado gli orari non da tutti fruibili, un’ampia partecipazione. In generale, si è riscontrata una vivace partecipazione, per tutti propositiva e sempre propensa ad integrare le proposte individuali, sentimento che ha decisamente favorito la fluidità del lavoro individuale e di gruppo. Le modalità operative sono state agevolate anche dalla scelta di non condizionare troppo i lavori da realizzare, ritenendo giusto che ciascun bambino e ragazzo si sentisse libero di esprimere disagi, pensieri, aspettative ed ogni tipo di vissuto che lo ha accompagnato fino ad ora in questo particolare periodo. Dal momento che la scelta del tema sul quale lavorare si è pressoché imposto, si è scelto di sottolineare l’originario significato di “ribaltamento” del carnevale ed intitolare quello di quest’anno “Il mio mondo è alla rovescia“: lo scopo è stato quello di invitare i bambini a trasformare paure, disagi e tutto quanto avevano voglia di trasformare. Non avendo la possibilità di procedere con il tradizionale corteo, si è deciso che fosse il carro (che in questa speciale occasione si è duplicato) a sfilare lungo un itinerario che comprendesse “stazioni” in cui simbolicamente si sono distribuite le diverse realtà della rete; il percorso ha incluso anche alcune scuole presenti sul territorio e che hanno accettato di aderire a questa diversa modalità di “fare il carnevale”; in ciascuna “stazione”, allestita dai centri interessati con i lavori svolti dai bambini, al passaggio del carro è seguito un simbolico scambio di doni, segno di presenza, condivisione e partecipazione. La “sfilata” è stata arricchita dal contributo musicale dei ragazzi de “La Murga” che, sopraggiunti in ogni stazione coi loro suoni e i loro colori, hanno reso più evidenti le intenzioni della Rete.
La partecipazione del nostro centro educativo al carnevale ha visto il coinvolgimento del gruppo Aquilotti (9-11 anni) e Gabbiano (12-16 anni) nella preparazione di un carro rappresentativo da tenere in sede e del gruppo Calimero (6-8 anni) nella preparazione della struttura da utilizzare nell’allestimento del sito a noi destinato e del dono da scambiare durante il “corteo”. I laboratori si sono svolti con i disagi che naturalmente sorgono di fronte alla difficoltà di riuscire a svolgere il compito richiesto con la stessa facilità e rapidità con la quale lo si riesce ad immaginare, il che ha rafforzato il senso educativo di quanto si è andato a svolgere. Nei gruppi coinvolti, chi ha già migliori propensioni al lavoro manuale ha avuto modo di rafforzare le proprie competenze lavorando anche con maggiore autonomia; a loro sono state affidate mansioni più impegnative; a quanti, invece, hanno palesato maggiori difficoltà, sono stati affidati compiti di minore impegno, funzionali al rafforzamento del lavoro già in corso, a prescindere dalla specificità del carnevale.